Friday, September 18, 2009

Per gentile concessione spero di Elisen riporto questo suo bellissimo post .Lo ha intitolato il mal del rientro ...io lo intitolerei il "mal" di noi nomadi .
Grazie Elisen!!!



Non sono rientrata dalla vacanze che da una decina di giorni e già mi sembra un secolo. E qui si potrebbe iniziare coi luoghi comuni tipo 'il tempo vola quando ci si diverte' etc, ma io mi dò una spiegazione più meditata e cioè che il tempo vola quando la nostra vita è fittamente intessuta con quella degli altri. Il tempo passa proporzionalmente più veloce alla quantità di relazioni che si hanno. E' la solitudine che fa mettere la retromarcia alle lancette. E qui purtroppo io un pò sola mi sento. Ho il mio amore accanto, ma passo tutto il giorno senza di lui. E non è questione di lavoro, attività o di persone che si conoscono e con le quali dividiamo quella o quell'altra cosa da fare; il punto è che senza la famiglia e senza lo strato storico degli amici si è un pò col culo per terra, tanto per essere chiari. I vantaggi sono enormi, perché, essere sganciati dal cuscino degli affetti, significa anche essere più liberi, mentalmente e profondamente; senza cuscino-zavorra, la testa si apre a possibilità che si scartavano a priori, perché vittime di pensieri a circuito viziato. Ma la libertà spaventa e non è facile gestirla. Non si è abituati, o almeno io non lo ero, e ho faticato per capire cosa fosse e cosa comportasse per me. E ancora non la vivo a pieno, perché la nostra mente è capace di grandi limiti autoimposti. D'altra parte il cuscino è comodità, sicurezza e il tempo con lui scorre inghiottito da voraci rassicuranti abitudini di parole, di atteggiamenti, di gesti. Non credo che nella vita sia da preferire il cuscino-zavorra ma è certo che dopo esserci stati per un pò seduti sopra si sente, senza, tutto il duro del pavimento. Ma soprattutto il silenzio tipico delle case vuote, senza niente dentro. E tu seduta al centro della stanza più grande, per terra, senti le ossa appoggiarsi e cercare una forma di comodità. Poi ti sdrai, guardi in alto e allarghi braccia e gambe, a mo' d'uomo vinciano. Espansa, così, in tutte le direzioni, ti sgranchisci e senti che ci sei. Tu, per prima. Tu, da sola ma mai sola.

3 comments:

la vita secondo Vale said...

Bellissimo. Ogni tanto leggo anche lei. Deve essere una roba da magone la nostalgia di casa, mi sembra che tu ne soffrissi meno nella lontana America che ora che ti ritrovi a "due passi" da casa. Forse, allora, la mia teoria che sono le persone che fanno i luoghi belli o brutti non è del tutto sbagliata? Un bacio grosso grosso!!!

Elisen said...

Grazie Tizi..e anche a Vale..pensavo che in effetti anche io soffro di più la nostalgia di casa da quando vivo in Germania rispetto a quando abitavo a Dallas..era così lontano eppure io mi sentivo diversa..boh..chissà..un abbraccio

tizi said...

Grazie a te !!!
secondo me piu` che nostalgia , e` consapevolezza che si e` cresciuti e ahime`, di ogni decisione che riguarda la nostra vita ,ci sentiamo piu` responsabili.
Un saluto