Per gentile concessione spero di Elisen riporto questo suo bellissimo post .Lo ha intitolato il mal del rientro ...io lo intitolerei il "mal" di noi nomadi .
Grazie Elisen!!!
Non sono rientrata dalla vacanze che da una decina di giorni e già mi sembra un secolo. E qui si potrebbe iniziare coi luoghi comuni tipo 'il tempo vola quando ci si diverte' etc, ma io mi dò una spiegazione più meditata e cioè che il tempo vola quando la nostra vita è fittamente intessuta con quella degli altri. Il tempo passa proporzionalmente più veloce alla quantità di relazioni che si hanno. E' la solitudine che fa mettere la retromarcia alle lancette. E qui purtroppo io un pò sola mi sento. Ho il mio amore accanto, ma passo tutto il giorno senza di lui. E non è questione di lavoro, attività o di persone che si conoscono e con le quali dividiamo quella o quell'altra cosa da fare; il punto è che senza la famiglia e senza lo strato storico degli amici si è un pò col culo per terra, tanto per essere chiari. I vantaggi sono enormi, perché, essere sganciati dal cuscino degli affetti, significa anche essere più liberi, mentalmente e profondamente; senza cuscino-zavorra, la testa si apre a possibilità che si scartavano a priori, perché vittime di pensieri a circuito viziato. Ma la libertà spaventa e non è facile gestirla. Non si è abituati, o almeno io non lo ero, e ho faticato per capire cosa fosse e cosa comportasse per me. E ancora non la vivo a pieno, perché la nostra mente è capace di grandi limiti autoimposti. D'altra parte il cuscino è comodità, sicurezza e il tempo con lui scorre inghiottito da voraci rassicuranti abitudini di parole, di atteggiamenti, di gesti. Non credo che nella vita sia da preferire il cuscino-zavorra ma è certo che dopo esserci stati per un pò seduti sopra si sente, senza, tutto il duro del pavimento. Ma soprattutto il silenzio tipico delle case vuote, senza niente dentro. E tu seduta al centro della stanza più grande, per terra, senti le ossa appoggiarsi e cercare una forma di comodità. Poi ti sdrai, guardi in alto e allarghi braccia e gambe, a mo' d'uomo vinciano. Espansa, così, in tutte le direzioni, ti sgranchisci e senti che ci sei. Tu, per prima. Tu, da sola ma mai sola.
3 comments:
Bellissimo. Ogni tanto leggo anche lei. Deve essere una roba da magone la nostalgia di casa, mi sembra che tu ne soffrissi meno nella lontana America che ora che ti ritrovi a "due passi" da casa. Forse, allora, la mia teoria che sono le persone che fanno i luoghi belli o brutti non è del tutto sbagliata? Un bacio grosso grosso!!!
Grazie Tizi..e anche a Vale..pensavo che in effetti anche io soffro di più la nostalgia di casa da quando vivo in Germania rispetto a quando abitavo a Dallas..era così lontano eppure io mi sentivo diversa..boh..chissà..un abbraccio
Grazie a te !!!
secondo me piu` che nostalgia , e` consapevolezza che si e` cresciuti e ahime`, di ogni decisione che riguarda la nostra vita ,ci sentiamo piu` responsabili.
Un saluto
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