Saturday, November 28, 2009

MI PIACEREBBE IMPARARE A SOGNARE...

(...)Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò(Negrita)

Thursday, November 19, 2009

Il vagone umano



Ore 7am: la mia sveglia mi ricorda che e` ora di prepararsi un bel caffe` e di iniziare la giornata.
Ore 8 am . Il traffico di Madrid non mi fa rimpiangere la scelta di usare i mezzi di trasporto pubblici e cosi ,eccomi entrata su uno dei tanti vagoni della metro. Il fischio della macchina indica che le porte si stanno per chiudere...ahime` non iniziera` per me una giornata alla Sliding Doors...tante`...
Dalle 8 e O1 mi circonda il caos di una citta` viva e sempre di fretta :rumori , musiche,suoni differenti mi travolgono .
Ancora assonnata mi faccio spazio tra uomini e donne intenti a leggere , ad ascoltare musica , tra bambini che tirano le giacche alle madri perche` attirino un po` della loro attenzione .
Attenzione la mia, attirata invece da una coppia , da una bella coppia di giovani. Lui e` alto , fisico palestrato , "abbronzato" come direbbe Berlusconi , lei porta dei lunghi capelli , una bellezza nordica ,bianca come la t-shirt che indossa.Li vedo agitarsi , come se stessero parlando animatamente .Si parlando , ma non sento , non sento i suoni di una discussione , non sento . Dico a me stessa che forse avrei dovuto prendere piu` caffe`.Li perdo per un attimo di vista . Ancora una volta le porte del vagone si sono aperte ...rumore "out" , altro rumore "in" , alla folla di prima si sostituisce un`altra folla , si riparte.
I due continuano ad agitarsi , continuo a non sentire le loro parole , capisco che stanno litigando e con mia sorpresa, mi accorgo che quello a cui sto assistendo, e` un film muto in bianco e nero, e` proprio il caso di dirlo.I due giovani stanno parlando eccome , lo fanno con segni a me sconosciuti , quei segni che il destino ha voluto disgraziatamente donare ai sordomuti. C`era un film tanti anni fa che si intitolava Figli di un Dio Minore , con W.Hurt e M.Matleen, ve lo ricordate?Affrontava anche se poi si perdeva nel cliche` del film romantico ,le problematiche dei sordi...credo lo rivedro`.
Proseguo verso la stazione , verso quel treno che mi portera` a lavoro , ripenso alla coppia , alle tanta gente incontrata in questi mesi su questi vagoni. Sorrido , pensando che anche questa giornata sara` come un manifesto , in cui la cornice non potra` non essere che "un vagone umano".

Tuesday, November 10, 2009

Io quella volta li avevo 25 anni (G.Gaber)




Io, quella volta lì, avevo sessant'anni. Eravamo nel 2000 o
giù di lì. Praticamente ora. E vedendo le nuove generazioni, i venticinquenni
di ora così diversi mi domando: che eredità abbiamo lasciato ai nostri figli?
Forse, in alcuni casi, un normale benessere. Ma non è questo il punto. Voglio
dire... un’idea, un sentimento, una morale, una visione del mondo... No, tutto
questo non lo vedo. Allora ci saranno senz’altro delle colpe. Sì, il coro della
tragedia greca: i figli devono espiare le colpe dei padri.
Siamo stati forse noi padri insensibili, autoritari, legislatori di stupide
istituzioni? No. Allora dove sono le nostre colpe. Un momento, era troppo
facile per noi essere pacifisti, antiautoritari e democratici. I nostri padri
avevano fatto la resistenza. Forse avremmo dovuto farla anche noi, la
resistenza. E’ sempre tempo di resistenza. Perché invece di esibire il nostro
atteggiamento libertario non abbiamo dato uno sguardo all’avanzata dello
sviluppo insensato? Perché invece di parlare di buoni e di cattivi non abbiamo
alzato un muro contro la mano invisibile e spudorata del Mercato? Perché
avvertivamo l’appiattimento del consumo e compravamo motorini ai nostri figli?
Perché non ci siamo mai ribellati alla violenza dell’oggetto?
Il Mercato ci ringrazia. Gli abbiamo dato il nostro prezioso contributo.
Ma voi, sì, voi come figli, non avete neanche una colpa?
Dov’è il segno di una vita diversa? Forse sono io che non vedo. Rispondetemi:
dov’è la spinta verso qualcosa che sta per rinascere? Dov’è la vostra
individuazione del nemico? Quale resistenza avete fatto contro il potere,
contro le ideologie dominanti, contro l’annientamento dell’individuo?
Daccordo, non posso essere io a lanciare ingiurie contro la vostra impotenza.
C’ho da pensare alla mia. Però spiegatemi perché vi abbandonate ad un’inerzia
così silenziosa e passiva? Perché vi rassegnate a questa vita mediocre senza
l’ombra di un desiderio, di uno slancio, di una proposta qualsiasi? Forse il
mio stomaco richiede qualcosa di più spettacolare, di più rabbioso, di più
violento? No! Di più vitale, di più rigoroso, qualcosa che possa esprimere
almeno un rifiuto, un’indignazione, un dolore…
Quale dolore? Ormai non sappiamo neanche più cos’è, il dolore! Siamo caduti
in una specie di noia, di depressione... Certo, è il marchio dell’epoca. E
quando la noia e la depressione si insinuano dentro di noi tutto sembra privo
di significato. Si potrebbe dire la stessa cosa del dolore? No!
Il dolore è visibile, chiaro, localizzato, mentre la depressione evoca un male
senza sede, senza sostanza, senza nulla... salvo questo nulla non
identificabile che ci corrode.